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Il Bilancio di genere

Il bilancio di genere è uno strumento che mira a realizzare una maggiore trasparenza sulla destinazione delle risorse di bilancio e sul loro impatto su uomini e donne. Uomini e donne sono, infatti, influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio non solo in relazione alle specifiche politiche, ma anche in relazione alle loro diverse situazioni socio-economiche, ai bisogni individuali e ai comportamenti sociali. Oltre a evidenziare lo sforzo delle politiche di bilancio relativamente alle questioni di genere, il bilancio in ottica di genere favorisce una maggiore considerazione delle caratteristiche della popolazione di riferimento nel disegno degli interventi e nella loro implementazione, anche quando essi non siano destinati soltanto al genere femminile. 

Attraverso la redazione di un bilancio di genere si possono perseguire al contempo almeno tre obiettivi:

  • accrescere la consapevolezza dell’impatto che le politiche pubbliche possono avere sulle diseguaglianze di genere;
  • assicurare una maggiore efficacia degli interventi, tramite una chiara definizione di obiettivi di genere da tenere in considerazione anche nell’individuazione delle modalità di attuazione;
  • promuovere una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione, attivando meccanismi tesi a evidenziare pratiche potenzialmente discriminatorie. 

Inquadramento generale del bilancio di genere per il rendiconto dello Stato (art. 38 septies della legge n. 196 del 2009):

L’introduzione di una prospettiva di genere nel bilancio dello Stato in Italia avviene in un contesto in cui sono già maturate alcune esperienze a livello locale e nell’ambito delle pratiche di performance management di alcune amministrazioni pubbliche.

A livello locale e nell’ambito delle pratiche di performance management di alcune amministrazioni pubbliche si è già sperimentata da diversi anni l’introduzione di una prospettiva di genere nei bilanci, a livello nazionale, invece, ciò che viene applicato al bilancio dello Stato, richiedendo una riflessione sulle principali politiche settoriali, è un’attuazione relativamente recente.

Il bilancio di genere, introdotto con l’art. 38 -septies della legge n. 196 del 2009 (Legge di Contabilità e Finanza pubblica), è uno strumento che mira a individuare le risorse stanziate ed erogate in favore delle politiche delle pari opportunità e ad effettuare una valutazione del diverso impatto delle politiche di bilancio sulle donne e sugli uomini.

La relazione al Parlamento sul bilancio di genere per il rendiconto dello Stato

Le indicazioni metodologiche per il la relazione al parlamento sul bilancio di genere sono state definite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, del 16 giugno 2017, mentre criteri più dettagliati sono stati individuati con successive circolari della Ragioneria generale dello Stato. (Vedi approfondimenti nella sezione Link utili)

Il DPCM 16 giugno 2017, oltre a disporre l’avvio in via sperimentale del bilancio di genere, prevede che il Dipartimento per le pari opportunità collabori con la Ragioneria Generale dello Stato, insieme al Dipartimento per la funzione pubblica, al fine di definire indicatori utili al monitoraggio dell’impatto delle politiche sul genere.

Il primo bilancio di genere in via sperimentale è stato predisposto nell’anno 2017, avendo riguardo al bilancio consuntivo dell’anno 2016; analoga cadenza temporale ha riguardato i successivi bilanci relativi agli anni 2018, 2019 e 2020

Delle risultanze del bilancio di genere si dà conto al Parlamento mediante apposite Relazioni che sono predisposte dalla Ragioneria Generale dello Stato con il contributo di tutte le Amministrazioni coinvolte nelle attività di verifica.

L’importanza di una lettura “di genere” del bilancio è stata ribadita e rafforzata con il decreto legislativo del 12 settembre 2018, n.116, correttivo al decreto legislativo 12 maggio 2016, n. 90 relativo al completamento della riforma del bilancio dello Stato. In tale sede, infatti, è stata ribadita la necessità che il bilancio di genere sia utilizzato come base informativa per promuovere la parità di genere nelle politiche pubbliche.

I soggetti coinvolti nella predisposizione del bilancio di genere sono le Amministrazioni centrali dello Stato, incluse eventuali articolazioni periferiche e la Presidenza del Consiglio dei ministri, rispettivamente quali soggetti attivi delle politiche di bilancio e detentori dei dati per l’individuazione di indicatori utili al monitoraggio delle politiche statali in un’ottica di genere.

In estrema sintesi il bilancio di genere si compone di:

  • analisi dei principali divari di genere nell’economia e nella società;
  • analisi dei divari esistenti nell’ambito del personale delle Amministrazioni centrali dello Stato e della Presidenza del Consiglio dei ministri;
  • rassegna della normativa introdotta per promuovere le pari opportunità di genere o agire su alcune diseguaglianze note;
  • analisi dell’impatto del prelievo fiscale sul genere;
  • analisi delle principali politiche tributarie e di alcune specifiche agevolazioni;
  • riclassificazione delle spese del Conto del bilancio dello Stato secondo una prospettiva di genere.

Il contributo del DPO alla redazione del bilancio di genere

La relazione sul bilancio di genere sul rendiconto dello Stato vengono condotte  con la medesima metodologia, con l’intento da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e degli altri soggetti coinvolti, di individuare un insieme più completo di indicatori sui divari di genere in settori fondamentali (come la partecipazione al mercato del lavoro, la disponibilità di reddito, l’istruzione e le competenze, le attività di cura della famiglia, i ruoli di uomini e donne nella società e nella presa di decisioni, etc.) e di effettuare un censimento più preciso delle spese del bilancio e delle attività svolte dalle amministrazioni in una prospettiva di genere.

La Relazione contiene, inoltre, una serie di contributi specialistici del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il cui apporto è fondamentale per dare conto delle attività svolte per ridurre i divari e gli squilibri di genere. Questo Dipartimento ha infatti preso parte attiva in tutto il processo di costruzione e avvio delle attività connesse con il bilancio di genere per il Rendiconto dello Stato. Il Dipartimento fornisce annualmente revisione e aggiornamento della normativa nazionale ed internazionale riferita alle pari opportunità al fine di incrementare la rassegna normativa allegata al bilancio di genere.

Il Dipartimento fornisce, inoltre l’aggiornamento annuale di specifici indicatori.

A partire da aprile maggio 2018, allo scopo di contribuire a rafforzare le capacità delle amministrazioni centrali dello Stato nella costruzione di bilancio di genere, il Dipartimento per le pari opportunità ha contribuito all’organizzazione di un corso di formazione specifica sul bilancio di genere presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Inoltre il Dipartimento per le pari opportunità ha inserito lo studio e le pratiche del bilancio di genere in diversi progetti di cui è responsabile. Il Progetto "Metodi e strumenti valutativi per il mainstreaming di genere" (finanziato a valere sull’Azione 3.1.2 del PON Governance e Capacità istituzionale 2014-2020, di cui il DPO è soggetto beneficiario) tra le attività programmate prevede lo Sviluppo di strumenti e metodologie per la valutazione in ottica di genere, tra cui anche il bilancio di genere.

Infine il Piano Strategico nazionale sulla parità di genere, pubblicato dalla Ministra Bonetti nell’agosto 2021, prevede tra le misure trasversali la promozione del gender mainstreaming e del bilancio di genere.

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