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La violenza basata sul genere, inclusa la violenza domestica, come definita nella Convenzione Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica - cosiddetta Convenzione di Istanbul - è una grave violazione dei diritti umani, in particolare nei confronti delle donne, come già indicato nella Dichiarazione di Pechino e nella relativa Piattaforma d’Azione del 1995, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW, 1979) e il suo Protocollo opzionale (1999), e con la Raccomandazione generale n° 19 del CEDAW sulla violenza contro le donne.

Con la legge 27 giugno 2013, n.77 l'Italia, tra i primi Paesi europei, ha ratificato la "Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", adottata dal Consiglio d'Europa a Istanbul l'11 maggio 2011 ed entrata in vigore il 1° agosto 2014. è stata sottoscritta dal nostro Paese il 27 settembre 2012. È il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che propone un quadro normativo completo e integrato a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. Interviene specificamente nell'ambito della violenza domestica, che non colpisce solo le donne ma anche altri soggetti, ad esempio bambini ed anziani, ai quali si applicano le medesime norme di tutela. La sua struttura è basata sulle “tre P”: prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, perseguimento dei colpevoli. A queste viene aggiunta una quarta “P”, quella delle politiche integrate, allo scopo di agire efficacemente su un fenomeno caratterizzato da grande complessità e da molteplici determinanti.

Al fine di realizzare tempestivamente alcune misure previste dalla suddetta Convenzione, è stato emanato il decreto legge 14 agosto 2013, n. 93 recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province convertito", con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n.119 che ha introdotto misure volte a rafforzare sia la tutela penale delle donne vittime di violenza sia a prevenirne il fenomeno, nonché ha aggiornato e rimodulato gli strumenti di prevenzione e di repressione della violenza di genere, esercitata anche in ambito domestico. Al fine di definire una strategia complessiva di intervento, il decreto legge n. 93 ha previsto, all’art. 5, l’adozione del primo Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e il potenziamento delle strutture di soccorso e assistenza  alle vittime (art. 5-bis). L'articolo 5-bis prevede che annualmente le risorse del Fondo per le pari opportunità siano ripartite alle Regioni al fine di finanziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei Centri antiviolenza e dei servizi di assistenza (Case rifugio) alle donne vittime di violenza.
Al riparto delle risorse si provvede annualmente con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, a firma dell'Autorità delegata alle pari opportunità.

Dopo l'emanazione nel 2015 del primo Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, è stato presentato al Consiglio dei Ministri del 18 novembre 2021 il terzo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne per il biennio 2021- 2023.

La disciplina del Piano è stata in parte modificata dall’art. 1, comma 149, della legge di bilancio 2022 (legge n. 234/2021), che ne ha mutato la denominazione da Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere a Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Tale denominazione ricalca la terminologia utilizzata nella Convenzione di Istanbul; inoltre il Piano perde la qualifica di “straordinario” per diventare uno strumento “strategico” nel contrasto alla violenza sulle donne.
La legge di bilancio 2022 introduce ulteriori modifiche:

  • l'elaborazione del Piano da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell'Autorità politica delegata per le pari opportunità (non più dal Ministro per le pari opportunità), con cadenza almeno triennale (non più biennale) e previo parere (anziché previa intesa) in sede di Conferenza unificata;
  • l'istituzione di una Cabina di regia interistituzionale e di un Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
  • la soppressione dell'obbligo di trasmissione annuale alle Camere di una relazione sull'attuazione del Piano da parte del Ministro delegato per le pari opportunità.

Le risorse finanziarie a sostegno degli interventi previsti dal Piano sono a valere sul Fondo per le pari opportunità del bilancio della Presidenza del Consiglio, dove il cap. 496 contiene le somme da destinare al Piano contro la violenza alle donne.

Con delibera 16 ottobre 2018 del Senato è stata istituita la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. L’attività realizzata dalla Commissione è stata rivolta alla ricostruzione olistica del quadro esistente relativo alla violenza contro le donne evidenziando le criticità e i limiti delle attività di contrasto e individuando traiettorie e strumenti di intervento migliorativi, a partire dal piano giuridico-amministrativo, al fine di rafforzare il sistema complessivo della prevenzione, protezione e sostegno delle donne nonché del perseguimento degli autori delle violenze. A tal fine la Commissione ha realizzato numerosissime audizioni, ascoltando tutti i soggetti portatori di interesse a partire dalle donne vittime di violenza e dalle associazioni che le sostengono e le supportano, per continuare con esperti di diversi settori (statistici, psicologi, docenti), per arrivare al coinvolgimento dei soggetti istituzionali che a vario titolo intervengono nel processo che va dalla prevenzione alla persecuzione dei reati. Nell’ambito di tale attività, inoltre, sono state avviate indagini specifiche ed è stato costruito un archivio informatizzato che contiene i documenti consegnati dai soggetti sentiti nel corso delle audizioni o successivamente inviati a seguito delle richieste di approfondimento.

In esito ai propri lavori la Commissione ha approvato i seguenti documenti:

Per la durata della XIX legislatura, il 1 febbraio 2023 è stata istituita la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, questa volta bicamerale (L. 9 febbraio 2023, n.12). 

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