9 giugno 2023
7 giugno - Il Consiglio dei Ministri, su proposta della Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un disegno di legge volto a introdurre disposizioni per il contrasto alla violenza di genere contro le donne e contro la violenza domestica.
Il provvedimento è frutto del lavoro interministeriale svolto nei mesi precedenti, che recepisce anche le indicazioni venute dalle riunioni dell’Assemblea dell’Osservatorio e del Comitato tecnico scientifico sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica istituiti presso il Dipartimento per le pari opportunità e che la Ministra Roccella ha voluto convocare per rilanciare l’azione di contrasto alla violenza di genere contro le donne, in attuazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023.
L’obiettivo dell’intervento è rafforzare la tutela della vittima accrescendo l’attenzione verso i “reati spia” e inasprendo le misure di protezione preventiva. Riguardo alla persecuzione del reato, il provvedimento fissa tempi stringenti per l’adozione delle misure cautelari, come l’utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, e dispone l’arresto anche in “flagranza differita” ossia fondata sull’acquisizione di documentazione video-fotografica o che derivi da applicazioni informatiche o telematiche. Il disegno di legge, inoltre, favorisce la specializzazione dei magistrati che si occupano di questo reato, prevede l’obbligo di “circolarità informativa”, affinché siano adottate le opportune misure di protezione delle vittime in caso di estinzione, inefficacia, revoca o sostituzione in melius di misure cautelari coercitive per gli autori di violenza, e stabilisce il superamento di percorsi di recupero con esito favorevole accertato dal giudice per l’accesso alla sospensione condizionale della pena. Infine, viene introdotta una provvisionale a titolo di ristoro (anticipato rispetto al raggiungimento della sentenza di condanna) in favore della vittima o, in caso di morte, degli aventi diritto, in condizioni di bisogno.