Strategie possibili e sfide aperte a 25 anni dalla Dichiarazione di Pechino: la Conferenza promossa dalla Ministra Bonetti in occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

27 novembre 2020

Secondo la Piattaforma d’Azione di Pechino, della quale quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario, la violenza di genere è “un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza, sviluppo e pace” e la violenza sulle donne è “una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne, che hanno portato al dominio e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e che hanno ostacolato la loro effettiva emancipazione”. E se è un dato di fatto che nel mondo un numero sempre maggiore di donne e ragazze riceve protezione grazie all’entrata in vigore di misure legislative per il contrasto alla violenza di genere e all’impegno dei soggetti pubblici e privati che operano in questo settore, la violenza contro le donne è un fenomeno ancora oggi pervasivo e difficile da constrastare.

Questo il tema al centro della Conferenza “Violenza sulle donne: strategie possibili e sfide aperte a 25 anni dalla Conferenza di Pechino”, promossa il 26 novembre 2020 dalla Ministra Elena Bonetti all’indomani della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. All’incontro hanno preso parte rappresentati del Governo e delle istituzioni, delle Associazioni anti Violenza, delle parti sociali e dello sport.

“La Conferenza – ha spiegato la Ministra Bonetti – ha consentito a tutti gli attori  del contrasto alla violenza contro le donne di dare il proprio contributo. Alla vigilia di un nuovo Piano Strategico Nazionale siamo consapevoli che solo attraverso la costruzione di una strategia integrata e multilivello possiamo dar vita a politiche efficaci. E’ chiaro ormai che per sconfiggere la violenza sono necessarie una visione e una risposta basate sulla dimensione di comunità. Vogliamo potenziare e valorizzare tutte le sinergie positive in grado di generarsi tra le istituzioni e tra queste e gli operatori, insieme con la società civile”.

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