8 marzo 2022: Intervento della Ministra Bonetti al Palazzo del Quirinale

8 marzo 2022

Grazie, Signor Presidente,

per il Suo invito a celebrare con Lei, a nome del Presidente Draghi e del Governo, questa Giornata.

Saluto tutte le Autorità presenti.

L’8 marzo nasce come universo di storie e lo è anche oggi: un popolo di volti e di nomi. Quello di Luana D’Orazio, rimasta uccisa mentre lavorava all’orditoio, e del suo bambino. Di Saman Abbas, di Anna Borsa e di tutte le donne che un uomo ha ucciso. Delle studentesse di Castrolibero e dei loro compagni, con il loro coraggio di denunciare. Di Federica Granai, assunta in gravidanza: la sua storia è diventata notizia e, invece, dovrebbe essere la normalità. Delle atlete azzurre, che in quest’anno di successi ci hanno mostrato la grandezza, non ancora appieno riconosciuta, delle donne nello sport. I volti delle donne nella sanità, delle scienziate, delle ricercatrici, dottoresse e infermiere che continuano a contrastare la pandemia e salvare vite. Quelli, nascosti e sempre più dimenticati, delle donne e delle ragazze afghane.

E, oggi, quelli delle nostre sorelle ucraine, così coraggiose, cui voglio dire: noi siamo con voi, al fianco della vostra storia e delle vostre storie.

“Sono le nostre storie che ci fanno rinascere quando siamo laceri, feriti, persino distrutti[1]”. Storie che, ogni giorno a rischio della propria vita, le donne raccontano da giornaliste o soccorrono da volontarie o proteggono al servizio dello Stato. Tutti questi volti, li portiamo nel cuore.

È stato scritto che per chi è responsabile la domanda ultima è “come dovrà continuare a vivere una generazione futura”, e che “solo da questa domanda storicamente responsabile possono nascere soluzioni feconde[2]”. Anche oggi, 8 marzo, questa domanda ci interroga.

L’Europa libera e unita è una storia nata da un sogno, un carcere e un’isola, Ventotene. Sono state le donne a dar voce, oltre le cancellate, a quel sogno di un’Europa solidale e non indifferente. Lo hanno fatto con la differenza che ci è propria.

Lo ha spiegato la Presidente Von der Leyen: “le nostre democrazie sono più forti quando le donne sono coinvolte da pari. Non perché le donne sono migliori, ma perché siamo differenti[3]”. È la nostra differenza che portiamo come contributo al bene comune. La differenza, che è alla base del pluralismo e della democrazia. Che riconosce l’altro e unisce, e compone un discorso di comunità. È in nome di questa differenza che non smettiamo di lavorare affinché donne e uomini abbiano pari dignità e pari opportunità. Ed è in questa differenza corresponsabile che la nostra Europa trova il suo volto autentico: di pluralismo e di coesione, di giustizia e di solidarietà.

Il 2021 ha visto sorgere nell’alveo europeo domande comuni di ripartenza, cui abbiamo saputo trovare una risposta comune. Con il Piano Italia Domani abbiamo scelto le pari opportunità come leva di sviluppo, di coesione e di inclusione, perché l’Italia del 2027 sia un’Italia rinnovata dalle donne e dagli uomini.

La denatalità e il tasso di occupazione femminile ancora troppo basso sono due grandi elementi di fragilità del nostro sistema, il risultato di un modello sociale che ha reso la maternità un costo, ha inibito la carriera delle donne e ha di fatto costretto le donne a scegliere se essere madri o lavoratrici. È evidente che questo sistema non poteva reggere: la riforma del Family Act, che accompagna il Pnrr, è la nostra scelta di politiche familiari di investimento, che promuovano l’empowerment delle donne.

Oggi l’Italia ha per la prima volta, e in modo strutturale, una Strategia nazionale per la parità di genere. Strutturale è anche, da quest’anno, il Piano di contrasto alla violenza contro le donne, che finalmente assicura stabilità di risorse alla rete dei centri antiviolenza e rafforza le sinergie necessarie a proteggere le vittime di violenza e i loro figli.

La Strategia per la parità di genere punta a colmare le disparità nel lavoro e nel reddito. Sceglie di investire nell’imprenditoria femminile e di promuovere le competenze e la leadership delle donne in tutti i settori, anche grazie all’introduzione di una Certificazione della parità di genere per le imprese, premialità fiscali e nuove regole negli appalti. Assumere una donna conviene, alle imprese e al Paese. E noi donne dobbiamo sapere che, per crescere, il Paese ha bisogno del nostro talento e delle nostre competenze.

Gli investimenti fatti in servizi educativi e asili nido e nella formazione scientifica per le bambine e per le ragazze sono decisivi per le nuove generazioni di donne, che rischiano altrimenti di rimanere escluse dal processo di transizione ecologica e digitale, proprio ora che stiamo investendo sul loro futuro e sulle loro prospettive di vita.

È pensando in particolare alle ragazze che vorrei ricordare una giovane donna che porto nel cuore: Sophie Scholl, fondatrice del gruppo “La Rosa Bianca”, donna di coraggio e di resistenza.

Permettetemi di ricordarla con le parole del Presidente Sassoli: «Stiamo vivendo un tempo di grandi sfide. Come Europa dobbiamo sentire la necessità di recuperare il volto e la dignità delle persone e, al tempo stesso, la progettualità dei padri fondatori. Riproporre la figura di Sophie, la sua passione, il suo impegno in una prospettiva europea sottolinea bene la necessità di ribadire che l’impegno senza tempo dei giovani della Rosa Bianca per la libertà, la pace e la nonviolenza è ancora una battaglia che vale la pena spendere oggi, nel nostro tempo, rispetto al nostro mondo[4]».

Anche oggi, per fare l’Europa, per fare la democrazia, per fare la libertà abbiamo bisogno del coraggio e dei sogni delle donne, delle bambine, delle ragazze. E abbiamo bisogno di continuare a cambiare il mondo per loro, perché tutte abbiano l’opportunità di realizzare i sogni a cui hanno diritto, e i diritti per cui tante donne prima di loro hanno speso la propria vita.

A tutte e a tutti noi, buon 8 marzo.

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[1] D. Lessing, Sul non vincere il Premio Nobel, Discorso per il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura, 2007.

[2] D. Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002.

[3] U. von der Leyen, Discorso al Women Political Leaders Summit 2021, Bruxelles, 21 giugno 2021, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/speech_21_3130

[4] D. Sassoli, Videomessaggio per il centenario dalla nascita di Sophie Scholl, 8 maggio 2021, http://www.rosabianca.org/?p=3805

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